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lunedì 4 agosto 2014

La differente emissività nel settore industriale

Chi si è avvicinato al mondo della termografia avrà già sentito parlare dell' emissività dei materiali, così come ogni termografo conosce bene questo parametro il quale condiziona ogni ripresa termografica.
Ho già trattato in altri post precedenti il fenomeno della diversa emissività dei materiali, e delle difficoltà quando ci si trova a dover valutare un termogramma effettuato su un materiale basso emissivo come un metallo.
Solitamente se si opera solo in campo edile difficilmente l'emissività condizionerà in modo determinante il rilievo termografico ma come ci si sposta nell' industria lo scenario cambia radicalmente, ovunque si guardi, ci si trova circondati da stupende superfici metalliche e riflettenti la cui emissività può variare dal 0,02 al 0,95,
ciò, rende necessario sempre un sopralluogo per valutare cosa si deve fare e con che cosa si ha a che fare, spesso il nostro interlocutore non consce questa problematica per tanto è sempre bene valutare la situazione di persona.

Nell' industria l'acciaio è largamente usato per  fare un piccolo esempio, lo si vede applicato, su, pipeline, serbatoi, paratie, rivestimenti in generale.
Oltre che a proteggere le sotto strutture,questo rivestimento, limita le dispersioni per irraggiamento avendo una bassissima emissività e protegge dalla radiazione diretta del sole, portando dei vantaggi in termini di risparmio energetico, tutta via, la caratteristica di bassa emissività ed altissima riflettanza di questi materiali metallici rende totalmente cieca la termocamera la quale riporterà nel termogramma tutte le riflessioni che avvengono sulla superficie inquadrata.

Un esempio pratico è ciò in cui mi sono imbattuto in quest' ultimo stabilimento industriale, dove la maggior parte di pipe line e serbatoi è rivestita di lucente metallo :|



Nel termogramma è ben visibile la differenza tra i silos di sinistra rivestiti in acciaio e i due di destra in vetroresina, in oltre nel primo serbatoio in vetroresina è visibile la traccia termica che determina il livello di fluido contenuto al suo interno
La differenza di emissività tra le due tipologie di materiale di cui sono costituiti i silos determinano la procedura per l'ispezione termografica e la sua fattibilità.





2 commenti:

Stanker ha detto...

Ciao Claudio. Sto cercando un esperto di termografia e son sicuro che tu mi aiuterai. Ho delle domande da farti e con il tuo permesso creerò un post con le tue risposte nel mio spazio di discussione.
Facendo finta che wikipedia non esiste, ti facciamo delle domande (non plurale maiestatis, ma un pubblico curioso):
1)La termocamera funziona come una macchina fotografica a differenza che la prima usa fondamentalmente la porzione di spettro detto "infrarosso". Claudio, per favore, riusciresti a spiegarci nel modo più semplice possibile come funzionala termocamera? Com'è il sensore di acquisizione, come avviene l'acquisizione, come avviene l'analisi dell'immagine?
2)Quanti tipi di termocamere esistono in commercio? Alcune frequenze dell'infrarosso vengono utilizzate in modo differente?
3)L'analisi termografica di una superficie è diversa dall'analisi di fumi o emissioni gassose?
4)Una termocamera analizza e rende visibile il calore che emette un corpo?
5) E' possibile ricavare dei valori di temperatura assoluti o le immagini in falsi colori o b/n indicano solo la differenza di temperatura?
6)Quanta rilevanza ha la distanza di acquisizione immagine per una corretta analisi?

Queste domande vengono fatte perchè un "ricercatore autonomo" che voglio mantenere anonimo è un "famoso" sostenitore del complotto delle scie chimiche (leggi scie di condensazione). In un video si vede una termocamera (FLIR serie E8) che punta il suolo ed un cane, mostrando temperature oscillanti tra i 20 e i 30 gradi celsius.
https://www.youtube.com/watch?v=EmKmuOGaP3c&noredirect=1
Lo schermo si sposta e inquadra il cielo buio, alcune nuvole e le supposte scie chimiche, il prodotto di questo complotto mondiale.
Siamo in b/n e la scermata è riempita da nuvole, scie e il cielo sgrombro. Quando puntano una scia di condensa la termocamera restituisce una temperatura superiore allo zero. In condizioni naturali la condensa dovrebbe essere sotto lo zero. E proprio per questo che i sostenitori di questo complotto usano questa prova per mostrare la non naturale genesi delle scie. Quindi faccio altre domande:

6)Con una termocamera del tipo flir E8 è possibile ricavare delle temperature assolute dell'atmosfera?
7)Esistono termocamere che si utilizzano per misure ambientali?

Domanda finale e forse la più importante: il flirE8 può fare misure attendibili a distanze di almeno 1 km di nuvole,emissioni gassose naturali o antropiche quali combustioni?

Claudio per ora ti ringraziamo.
Puoi rispondermi anche in privato su stankerenemy@gmail.com
Ciao!

Claudio L ha detto...

Certo ti risponderò molto volentieri direttamente in mail

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