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lunedì 5 maggio 2014

Controlli termografici sul fotovoltaico

L'estate si avvicina ed è ora dei controlli periodici sugli impianti fotovoltaici, come già mostrato in passato il binomio, prove termografiche abbinate alle misure di performance e curve dei moduli si è dimostrato vincente non solo per quanto riguarda la manutenzione predittiva degli impianti ma sopratutto per la diagnosi e risoluzione dei problemi di sottoproduzione degli stessi.

Tra le casistiche più diffuse vi è sicuramente lo sporco e fenomeni di ombreggiamento mal considerati.
Lo sporcizia sui moduli è spesso sottovalutata, si tende infatti a considerare che la pioggia pulisca i moduli, purtroppo non è così sopratutto se i moduli hanno inclinazioni minime, in oltre in ambienti particolarmente aggressivi e polverosi sui moduli fotovoltaici si deposta una pattina tenace che non può essere rimossa con la semplice acqua ma richiede un intervento di pulizia meccanica profonda con appositi solventi e spazzole.

La differenza dopo la pulizia è palese, come è visibile in foto la pattina depositata sui pannelli sporchi in basso rispetto a quelli puliti in alto è netta,




La differenza è apprezzabile anche termicamente, le temperature dei moduli puliti sono nettamente più basse rispetto quelli sporchi, ciò si traduce in maggior produzione e maggior efficienza dei moduli stessi.


la sporcizia parzialmente dilavata tende ad accumularsi sul bordo inferiore della cornice dei pannelli creando un deposito che va ad aumentare nel tempo, minore è la pendenza del modulo e maggiore sarà il ristagno e deposito di sporcizia parzialmente dilavata.
E' impensabile che un impianto fotovoltaico produca correttamente in queste condizioni.


Lo sporco può essere presente anche negli impianti a terra, gli effetti sono sempre i medesimi, fenomeni di Hot spot, surriscaldamento dei moduli, decadimento di produzione ed efficienza.
E' importante ricordare che l'acqua piovana non è pulita, le polveri presenti in sospensione nell' atmosfera ricadono assieme alla pioggia, ma sopratutto la pioggia non può dilavare determinati residui. 

La trascuratezza degli impianti fotovoltaici può portare a danni gravi, viste le tensioni e le correnti in gioco nelle stringhe fotovoltaiche, spesso un difetto o un problema sfocia in un danno violento come è successo in questa scatola diodi completamente bruciata 



Molti di questi problemi sono identificabili con un accurata ispezione termografica in quanto i surriscaldamenti delle scatole diodi dei pannelli fotovoltaici sono un tipico problema riscontrabile con la termografia anche senza aver accesso al lato posteriore del modulo, è per tanto riscontrabile anche sui pannelli integrati o parzialmente integrati nelle coperture.

Sulle coperture, questo problema è particolarmente insidioso in quanto un guasto tutta via limitato può trasformarsi in un incendio con gravissime conseguenze 


Questo può far capire come la manutenzione e il controllo periodico a scadenza programmata degli impianti fotovoltaici sia essenziale a fronte del costo stesso dell' impianto concepito come investimento.

I controlli sono un capitolo a parte, possono essere eseguiti in modo differente, il più completo ed esaustivo è un controllo che unisca la prova qualitativa termografica alle prove di misura strumentali sulle singole stringhe ed inverter, essendo quest' ultime le uniche che possono dare un responso numerico sullo stato di performance delle stringhe stesse.
Al momento il modo più pratico e veloce per esaminare impianti di dimensioni fino ad un 1Mwp sia a terra che su tetto è tramite cestello, con trasbordo diretto sul tetto, ed ispezione a piedi tra i moduli, in questa occasione è possibile fare misure puntuali sia sul modulo che valutare ogni singolo modulo preso in rassegna con un ispezione visiva ravvicinata.
Per compiere le medesime ispezioni qualitative si inizia a paventare l'uso di droni  multirotore, tutta via fino sarà un possibile futuro in base a quanto sarà permesso dal nuovo regolamento ENAC, di fatto ad oggi non è possibile proporre questo tipo di attività se non operando in una zona "grigia" al limite tra legalità e non.  

analisi eseguita da www.reamodena.com








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