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giovedì 27 febbraio 2014

Cappotto bagnato cappotto sfortunato

Lo scopo del cappotto termico è quello di preservare le dispersioni termiche, come abbiamo visto in precedenza esso può essere realizzato sia internamente che esternamente ed essere costituito di vari materiali con proprietà isolanti differenti.

I materiali per cappotti non sono tutti uguali, essendo costituiti da materiali diversi hanno comportamenti differenti cosi come reagiscono in modo differente al contatto con l'acqua.
Se gli isolanti come l'XPS, e il vetro cellulare sono praticamente insensibili all' assorbimento di acqua così non è per i materiali fibrosi come fibra di legno, lana di roccia, lana di vetro. 

Se questi materiali assorbono acqua causa, difetti di posa dei teli impermeabilizzanti, rotture di impianti, esposizione alle intemperie, non solo perdono le proprie capacità isolanti ma possono essere seriamente compromessi al punto di dover essere sostituiti.

Spesso le la lana di roccia viene usata come isolante posta in intercapedine nelle pareti di cartongesso, è prassi molto comune questa negli isolamenti interni delle pareti di strutture prefabbricate ad uso commerciale.
Questo sistema funziona molto bene e garantisce ottimi livelli di comfort, tutta via in caso di infiltrazioni o guasti da impianti richiedono una valutazione attenta dei danni, questo è il caso sotto riportato dove dal termogramma è visibile l'area del cappotto interno che ha letteralmente bevuto acqua dall' impianto a ventilconvettore rotto del piano superiore.


E' inutile dire che un cappotto in queste condizioni è totalmente inutile se non dannoso, vista l'entità del danno una volta eseguito un saggio in una porzione di cappotto bagnato si è constatato che il materiale isolante era compromesso e si è preferito sostituirlo tutto.

Attenzione anche l'Eps non è esente dai danni da acqua sopratutto se vi rimane immerso per un lungo periodo.
In caso di infiltrazioni o perdite a ridosso di cappotti è sempre bene valutare lo stato del cappotto stesso in fase di ripristino dei danni.




Pasticcio

Mi spiace, per un mio banale errore si sono perse molte immagini dei post pubblicati, spero di riuscire a ripristinarle in tempi brevi 

martedì 4 febbraio 2014

Cappotto SI cappotto NO

Questo post non tratta della questione vantaggi o svantaggi dei cappotti termici, ma confronta una situazione reale, nella quale, su una porzione di fabbricato è stato eseguito il cappotto esterno e sull' altra confinante no.
Non avrei potuto realizzare questo temogramma se non mi fosse capitato questo cantiere, sebbene esistano molti casi simili questo è il primo che ho l'opportunità di seguire ed osservare.

Cercando su google "cappotto termico" usciranno decine e decine di pagine dove si discute di questo sistema isolante, dei suoi pregi, di come realizzarlo, di cappotti fatti male,  ecc... ecc... ecc...
Io parto da un presupposto, l'isolamento dei fabbricati è essenziale al fine del contenimento delle dispersioni energetiche e al fine di migliorare il comfort interno, questo può essere realizzato in svariati modi più o meno efficienti in base alle necessità e alle possibilità, ma va realizzato.

Il seguente termogramma è esplicativo della differenza che cè tra un fabbricato isolato e uno non isolato, essa cattura e rende ben visibile la differenza che si crea isolando una parete con un cappotto termico.
La porzione di abitazione ristrutturata sulla destra è isolata con un cappotto termico, la parte di sinistra no
le immagini parlano da sole e credo proprio non serva aggiungere altro.



Se pesate ancora se valga la pena o no di isolare la propria abitazione ripensate a questa immagine :-)


Ponti termici e relative soluzioni in basso spessore

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